Questo documento è una lettera scritta su una cartolina postale, che dimostra come mio nonno tenesse molto a promuovere la propria attività di antiquario con un logo e con un marchio: questa era una novità per la Carrara degli anni Trenta. In questo periodo Carrara aveva rapporti con tutto il mondo della cultura, dell’imprenditoria e del commercio nazionale e internazionale; mio nonno aveva imparato da poco a fare l’antiquario e aveva già come interlocutore il Gonnelli di Firenze, che era un soggetto importantissimo nella compravendita degli oggetti di antiquariato. Con lui mio nonno stava intessendo una relazione per lo scambio di opere d’arte di una certa rilevanza. Leggendo si scoprono cose interessanti: si parla della visita del Professor D’Ancona, un critico d’arte molto famoso all’epoca. Mio nonno definiva la propria attività come un “emporio di lavori artistici e di arredo della casa”, il che è un’altra cosa molto contemporanea. Il logo che lui utilizzava, e che io ho mantenuto, raffigura uno degli elementi iconografici più interessanti di Carrara, vale a dire la statua che si trova in Piazza del Duomo, il cosiddetto “Biancone”, attribuito a Baccio Bandinelli, che rappresenta Andrea Doria nei panni di Nettuno, con alcuni delfini nella parte basamentale. Mio nonno usa l’immagine di Carrara per promuovere se stesso e la propria città, e nel proprio negozio avvicina l’arte all’artigianato, commercializzando i bellissimi lavori prodotti dagli scultori carraresi fino al secondo dopoguerra. Sono contento di avere trovato questa lettera, grazie anche all’aiuto di un amico carissimo, Renzo Nicolini, grande collezionista di documenti del nostro territorio – sia di Massa, sia di Carrara, sia della Lunigiana – il quale ha raccolto migliaia e migliaia di documenti che raccontano la nostra storia: disegni, stampe, mappe, atti notarili. Insomma, un archivio veramente straordinario.